Sviluppo della Vista

Il periodo più importante per lo sviluppo visivo è quello dopo la nascita. La vista non è un dono pronto all’uso, va stimolata e seguita nel suo sviluppo. Si può affermare che un bambino, come impara a camminare, impara a vedere. A 3-5 mesi può riconoscere il viso della mamma, tra gli 8 ed i 10 mesi afferrare i giocattoli, ad 1 anno distinguere le figure. Questo processo si completa attorno ai 5 anni quando raggiunge i 10 decimi.

Per escludere la presenza di malattie congenite, una prima visita oculistica viene effettuata nei reparti di maternità dopo le prime ore di vita.

Un secondo controllo, per valutare il normale sviluppo visivo, va effettuato entro il 4° anno di età, ma deve essere anticipato se il bambino presenta alcuni disturbi: se strizza gli occhi o fa strani movimenti oculari, se tiene la testa inclinata sempre dalla stessa parte quando legge o disegna, se tende a piegare il mento verso il basso o verso l’alto, se lamenta mal di testa, se non c’è il riflesso rosso del flash quando gli si fa una foto, se c’è un sospetto di strabismo.

In questa fase della vita, il problema principale che può presentarsi è l’ambliopia, il cosiddetto occhio pigro (colpisce il 5% dei piccoli). Il bambino, per compensare l’assente o cattiva visione di un occhio, utilizza solo l’altro per vedere. Questo disturbo può essere accompagnato da strabismo, ma spesso, non dà segni esteriori. Se si interviene presto, con lenti appropriate o con il bendaggio temporaneo di un occhio, il problema può essere completamente risolto.

Un’altra visita dovrebbe essere effettuata prima dei 6 anni, età limite per il recupero completo di eventuali problemi.

All’età dello sviluppo è necessario un altro controllo, perché è questo il momento in cui può insorgere la miopia. In Italia il 26% della popolazione è miope. Occorre comunque prestare sempre attenzione ad eventuali disturbi visivi riferiti dal ragazzo ed in tal caso recarsi dall’Oculista. Qualora venga riscontrato un problema è necessario sottoporsi a controlli periodici.

Il periodo che va dai 18 ai 40 anni è, generalmente, quello del maggior impegno visivo, che può mettere in evidenza piccoli difetti refrattivi, quali miopia, ipermetropia ed astigmatismo. La correzione di questi vizi può essere effettuata tramite occhiale, lente a contatto o chirurgicamente. E’ comunque necessario un controllo Oculistico ogni 2-3 anni, anche per escludere la comparsa di alcune rare malattie tipiche di quest’età, come il cheratocono.

Dopo i 40 – 45 anni può comparire un fenomeno tipico degli “anta”, quale la difficoltà a mettere bene a fuoco le immagini vicine, la cosiddetta presbiopia. Altri disturbi che possono presentarsi con l’età sono la percezione di corpi mobili volanti o di flash luminosi, la comparsa di una secchezza oculare, di una visione velata o distorta, di dolori oculari oppure si soffre di diabete o ipertensione. Tutti questi sono motivi che richiedono un controllo annuale dall’Oculista.

La prevalenza dei disturbi del visus aumenta sicuramente con l’aumentare dell’età. Il deficit visivo riduce l’autosufficienza nelle attività giornaliere (leggere, guidare, riconoscere oggetti o persone) e compromette la qualità della vita aumentando il rischio di cadute, l’isolamento sociale e la depressione. Le cause più frequenti di tale disturbi sono la cataratta, il glaucoma e la degenerazione maculare. Queste condizioni possono essere diagnosticate facilmente durante una visita oculistica e trattate con migliori risultati quanto più precocemente riconosciute.

 

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