Glaucoma

Con il termine glaucoma non si intende un’entità morbosa definita. In realtà, vi sono molte forme di glaucoma, con diverse cause, diverso decorso clinico e diverso trattamento. Tutte queste condizioni hanno però in comune un aumento della pressione endoculare (ipertono oculare), una alterazione della testa del nervo ottico (papilla ottica) ed una perdita del campo visivo cioè dello spazio percepito dal nostro occhio.

Esistono fattori predisponenti a questa patologia?

Predisposizione familiare, diabete, ipertensione, miopia ed età.

Qual è il meccanismo patogenetico?

Il meccanismo patogenetico alla base del glaucoma è un aumento della pressione endoculare al di sopra di valori tollerabili per la papilla ottica con conseguente danno delle fibre nervose della testa del nervo ottico e compromissione del campo visivo (scotomi). Dapprima questo deficit riguarda le aree periferiche ed è difficilmente avvertibile da parte del paziente, ma successivamente interessa anche la zona centrale conducendo, negli stadi finali, ad una perdita totale della vista. E’ quindi importante diagnosticare il glaucoma precocemente al fine di evitare la progressione verso la cecità anche se è impossibile recuperare quella parte di funzione visiva già persa.

Quali esami sono necessari per una corretta diagnosi?

La diagnosi si basa sull’esame della pressione endoculare, sulla visualizzazione delle alterazioni della papilla ottica e sulla evidenziazione di deficit del campo visivo mediante perimetria computerizzata. In caso di dubbi esistono test psico-fisici e tecniche di immagine che consentono di confermare o meno la diagnosi di glaucoma.

Quali sono le possibili terapie?

La terapia del glaucoma è inizialmente medica cioè mediante colliri, ma qualora questa non risultasse efficace si può ricorrere a trattamenti laser (Iridotomia, trabeculoplastica, trabeculoplastica selettiva) o chirurgici (iridectomia, trabeculectomia, inserimento di valvole).

L’obiettivo della terapia è la riduzione della pressione oculare a valori tali da risultare ottimali e innocui per quel dato occhio.

Fondamentale è che il paziente effettui controlli periodici per monitorare il quadro clinico, sottoponendosi a misurazioni periodiche della pressione endoculare (ogni 2-3 mesi), a ripetizione sistematica del campo visivo (ogni 6 mesi) e ad esami della papilla ottica (ogni 6 – 12 mesi) per valutare il rischio di progressione della malattia.

 

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